Gwyneth Paltrow mi perseguita.

SVELO FINALI

Again again, il mio appuntamento settimanale col blog, un altro paio d'ore a sproloquiare su un paio di film.
Qualcuno di voi (ipotetici) lettori ha mai desiderato essere qualcun altro? Qualcuno di rispettato, famoso, senza brufoli, circondato da belle ragazze, con un nome più interessante del vostro e ricco come la mafia russa? Ripley e Abagnale SI, l'hanno desiderato. E ci sono riusciti! Ehm, abbastanza. Circa. E a caro prezzo.
I due film di questa settimana parlano di due trasformisti pronti ad assumere l'identità del proprio prossimo... o a cambiare la propria. Sono (rullo di tamburi!) Il Talento di Mr Ripley e Prova a Prendermi! Il primo un dramma che ti tiene in tensione... il secondo, parecchio più leggero.
In ordine di visione...

IL TALENTO DI MR RIPLEY

Tom Ripley è uno sfigatello con poche buone qualità... e a parte nella locandina in cui è truccato bene, Matt Damon è eccezionale nel ruolo del nerd - complici occhialoni a due piazze, un colorito grigio gesso e l'abilità di comandare un lato della bocca indipendentemente dall'altro. Tra le poche qualità ha quella di imitare le firme altrui, ma è una di quelle che raramente sono utili... o no?!
Un vecchio fascista lo incarica di andare in Italia, dove suo figlio Dickie (testa di cazzo di nome e di fatto) sta sperperando in allegria il patrimonio di famiglia. Comincia già a mentire sulla propria identità in viaggio, con una ragazza random di passaggio - un'oca impellicciata, sfacciatamente stupida.
Arrivato in Italia nota la curiosa assenza di mandolini, e comincia a spiare Dickie, finché non trova un modo per avvicinarglisi (in spiaggia, su cui si mimetizza grazie alla sua pelle del colore del mare). Per qualche motivo che ancora non mi è chiaro Dickie decide di aderire al progetto Adotta-un-nerd e due giorni dopo Tom è a casa sua e della sua fidanzatina Marge.
Gwyneth Paltrow.
(Giuro che quella donna mi perseguita - è in ogni film che guardo. Penso che mi ami).
Cooomunque... qua comincia la nuova vita di Tom, trascinato da Dickie in un vortice di feste, riccume, gite in barca, suonatori jazz e karaoke (e tutti sanno che il karaoke è l'ultimo dei peccati - quello mortale).
E' tutto rose e fiori... eccetto che Tom a tratti non sembra contentissimo. Trapela una sua rabbia, misto invidia, per Dickie. Per un bel pezzo del film non si capisce se Tom sia innamorato - e orrendamente geloso - di Dickie, complici alcune scene *molto* equivoche, o se voglia ucciderlo e assumere la sua identità, essendo ormai palese che si stia affezionando allo stile di vita da ricco_mantenuto. Poi lui e Dickie-Dickie fanno una gita in barca e, quando sono nel mezzo del nulla, il cretino pensa sia un ottimo momento per dire a Tom "penso che sia il caso che ci distacchiamo un po'", e per dichiarare il suo intento di sposare Gwyneth Paltrow. Tom non la prende bene. Fa una imbarazzante scenata di gelosia a cui, molto intelligentemente, Dickie risponde con una contro-scenata, chiamando Tom "sanguisuga" e altri attributi poco carini. BAM, remo sulla testa, Dickie muore.
Finisce la prima metà del film.
La seconda metà è un crescendo continuo di tensione: Tom vuole assumere l'identità di Dickie per continuare a ricevere soldi dal vecchiaccio fascista e per coprire il proprio omicidio, tuttavia questo significa evitare chiunque sappia che la faccia di Dickie non è la sua, prima tra tutte la fidanzata di Dickie, Gwyneth Paltrow! Costretto a commettere omicidi ogni volta che viene scoperto, la scia di cadaveri che si lascia dietro attira alla fine l'attenzione della polizia, che attira a sua volta l'attenzione di Marge (di cui Tom si era liberato dicendo che Dickie era andato.. altrove). La ricomparsa della donna random a cui aveva mentito per prima in assoluto complica ancora più le cose, visto che lei conosce Marge... quindi... un bell'intreccio, sì. Alla fine il nostro eroe occhialuto la scampa dall'accusa d'omicidio facendo passare Gwyneth per donnaccia isterica, ma il film rende chiaro che sarà intrappolato per sempre in una rete di menzogne che gli impedirà di godersi la vita.

Una nota doverosa su Gwyneth: nel post su Sliding Doors ho detto che ci sono in film in cui è scialberrima e film in cui è ottima e memorabile. In QUESTO film compie la meravigliosa metamorfosi che fa da anello di congiunzione: nella prima metà è l'adorabile mogliettina tutta luce e sorrisi, nella seconda cala sempre più rapidamente in aperta ostilità e neuroticismo, e non fa mai la figura della stupida visto che, alla fine di tutto, è l'unica ad aver capito come stanno le cose. A mio parere è assolutamente memorabile, e insieme a Matt Damon e Jude Law (Dickie), completa il terzetto di ottimi attori protagonisti offerto dal film.
Comunque, Gwyneth, smettila di telefonarmi. Ti ho detto che voglio una pausa di riflessione.

IN CONCLUSIONE

Obiettivo: 9. L'obiettivo del film è tenere in tensione, lasciare continuamente pensare "riuscirà Tom a cavarsela?". Ci riesce - l'intreccio dei personaggi è stretto, e Tom si divincola nella sua rete sociale cercando di allontanarsi, una ad una, dalle persone che conoscono il vero Dickie, ma rimanendo avviluppato in modo forse definitivo. Il film si differenzia dal libro - che non ho letto - in quanto cerca di dipingere Tom in luce un po' più positiva, dandogli motivazioni con cui sia possibile empatizzare (l'omicidio di Dickie è un omicidio passionale, per quanto causato da pensieri disturbati). Può riuscirci come no, suppongo dipenda da chi lo guarda. Il rapporto tra Dickie e Tom è dipinto secondo me molto accuratamente, e in modo molto sottile - ben prima dell'omicidio, si intuisce a mio parere come Dickie consideri Nerdolino al massimo un gregario, e come la cosa non vada affatto bene all'altro.
Originalità: 6. Non è il primo film ad esplorare le conseguenze delle menzogne, e sicuramente non sarà l'ultimo. Ma è fatto bene, e questo è raro. L'elemento "trasformismo" non si vede così spesso.
Fattore di riguardabilità: 7 1/2. E' bello, piacevole, molto ben realizzato. Perde molta tensione sapendo già dove vada a finire, ma la trama è decisamente solida e non cede di fronte a seconde e terze visioni. Un po' troppo lungo (2 ore e un quarto) e lento per riguardarlo spesso.
Evocatività: 8 1/2. Gli attori sono assolutamente grandiosi, e dopo pochi minuti ti sembra di conoscere i personaggi da giorni. Rispondono ad archetipi conosciuti, ma usati in modo originale e interpretati in modo superbo. L'Italia è presentata come una terra luminosa, calda, e raffinata. Al di là del fatto che sembra composta quasi interamente da località marittime, è un ritratto senza luoghi comuni e privo di tratti offensivi... incredibile! Il film è ricco di colori senza scadere nel bratzume: all'azzurro del mare e del cielo si accompagna il verde delle piante, c'è una gran dominanza marrone/bianca nelle scene d'interni e tutto è pulito e (moderatamente) colorato. Molto raro il rosso, il che rende la scena dell'omicidio di Dickie più forte.

Totale: 8+ da soli, 8 1/2 in compagnia. Un film ben più che semplicemente godibile. Non ha un messaggio profondo, ma cattura dall'inizio alla fine.

PROVA A PRENDERMI

TRATTO DA UNA STORIA VERA
Un altro film con attoroni, e tema simile. Frank Abagnale Jr (interpretato da "quello di titanic") è un ragazzetto che vive con i genitori del mulino bianco, finché suo padre non si fa confiscare il mulino per FRODE FISCALE. Mi piace sottolinearlo perché ci sono tratti in cui il padre sembra ingiustamente perseguitato dal governo cattivo. Ma.. no. FRODE FISCALE. La signora Bianco, nel frattempo, si getta tra le braccia del suo amante. Dopo poco, gli allegri coniugi chiedono il divorzio. La piccola mente di Frank esplode e al momento in cui gli viene chiesto di decidere con chi dei genitori vivere, scappa.
Quando termina i soldi, comincia a falsificare assegni fino al punto di assumere un'altra identità - quella di un pilota d'aerei. O, meglio, di un copilota, così evita di spedire migliaia di persone verso una terribile, terribile morte.
Allo stesso tempo Carl (Tom Hanks), una specie di ispettore Javert, serio come Hammurabi, comincia ad inseguire il piccolo Frank.
Costretto per necessità a cambiare pelle appena la sua copertura rischia di saltare, Frank impersona un medico e un avvocato, aiutandosi guardando un mucchio di telefilm. Anche se qualcosa mi dice che nella realtà uno che si documenti su come lavorare tramite la TV verrebbe scoperto entro due ore. Soprattutto se tra i suoi finti lavori figura quello di MEDICO (nelle parole di Marco... "controllate i mitocondri... che non si siano allargati").
Alla fine Frank viene ritrovato da Carl in stato confusionale (Francia), riportato in USA e imprigionato fino alla fine dei giorni. Eccetto che poi viene assunto dall'FBI per progettare assegni non falsificabili.

Questo film ha un problema gravissimo: è indeciso sul sistema di valori da assumere. Da un lato sembra assolutamente ossessionato dall'idea del PRESTIGIO: Frank vede per strada un pilota in divisa e slow-motion, circondato da belle hostess e ammirato da tutti i passanti e, ecco, *deve* diventare come lui. Quando diventa medico tratta i suoi subordinati con spocchia e battutine e, nonostante questo, dovrebbe risultare un personaggio caro al pubblico (io avrei voluto dargli due schiaffi). Il film ci fa credere che quello sia l'avere una vita di successo, e che Frank è FURBO per sfruttare le opportunità che ha, allo stesso modo in cui suo padre è ingiustamente perseguitato dagli esattori fiscali.
Poi qualcosa va storto, il film ci fa intravede come Frank abbia una solitudine dentro, che non può colmare perché a nessuno può rivelare il suo segreto. Il suo tentativo di sposarsi fallisce quando l'Ispettore Javert si presenta alla festa, non invitato, con questa bizzarra pretesa di incarcerarlo per i suoi crimini.
Nonostante venga calcata questa solitudine, tutto il film ruota intorno al DENARO. Ci vengono ripetute mille volte le cifre che Frank ha rubato tramite gli assegni, come a dimostrarci che è davvero di successo. Le mille donne con cui ci prova cadono ai suoi piedi, ammaliate come cretine dalle divise e dalle macchine, e i personaggi femminili vanno dalla debole che subisce il fascino del dottore (la quasi-moglie) alla modella/prostituta che subisce il fascino del denaro. No, nessun personaggio femminile svela di avere qualche interesse oltre al prestigio o denaro del proprio accoppiante. Nemmeno la moglie. Nemmeno la madre di Frank.
Verso la fine del film, in una scena toccante Frank capisce cosa ha perduto fuggendo: una vita tranquilla e serena da persona normale, con la sua sorellastra che vede per la prima volta.
Eppure, di nuovo, l'epilogo del film non riesce a trattenersi dall'informarci sulla busta paga del nuovo lavoro di Frank, quasi a rassicurarci che c'è l'happy ending.

Penso che si sarebbe ottenuto lo stesso risultato facendo scrivere la sceneggiatura ad Andreotti e chiedendogli "mostraci perché odi il potere". Nessuno di incluso nella sceneggiatura o regia del film odia il prestigio, questo è chiaro come il sole. Certo, riescono a mostrare i suoi lati negativi. Ma non riescono neanche a ragionare in un modo che non metta il denaro o lo status al centro dell'universo di una persona. E' semplicemente lì, il centro dell'identità. Quindi... puoi essere infelice senza una famiglia, ma di sicuro non sei felice senza tir di denaro. Non sono sicuro che fosse QUESTO il messaggio che volessero trasmettere, ma non mi è arrivato altro.

IN CONCLUSIONE

Obiettivo: 5, in base a tutto quello detto sopra. Il film è godibile e divertente, cosa che senza dubbio era il suo obiettivo, ma la morale è completamente storpiata.
Originalità: 6. Il tema non è né originale né banale. Usare il divorzio dei genitori come terribile_trauma è decisamente più banale che originale. La dinamica da nemici-amici di Carl e Frank è già scritta, fin dall'inizio.
Fattore di riguardabilità: 6. Il film è piacevole ma nulla di eccezionale, e la durata di due ore e venti mi lascia a corto di motivazioni per rivederlo in tempi brevi.
Evocatività: 8. Visivamente è carino ma nulla di eccezionale. Le musiche sono orecchiabili ed entrano in testa, gli attori abbastanza bravi. I titoli di testa (!) sono bellissimi, hanno uno stile tutto loro e in due minuti sintetizzano tutto il film. Guardate quelli, ignorate i restanti 138 minuti di riempitivo.

Totale: 6 1/2 da soli, 7 1/2 in compagnia. Al di là di quello che ho detto è un film godibile, per una serata. Ma 'godibile' significa 'bello'?

0 commenti: